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LE CONSEGUENZE

L’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl è definito dagli esperti come globale.
Al momento dell’esplosione furono liberate 740/814 mlrd Bq di sostanze radioattive, poi tale quantità è gradualmente diminuita fino al 6 maggio 1986.
Le sostanze radioattive insieme con i prodotti di disintegrazione hanno costituito 50 mlrd Bq, circa 3,5% della quantità totale dei radionuclidi nel reattore.

LE CARATTERISTICHE QUANTITATIVE DELLE PRIME E SUCCESSIVE ESPLOSIONI, LE PERDITE E LA LORO COMPOSIZIONE
AI momento dell’avaria sopra il reattore si è formata una colonna di gas e vapore.
La diffusione delle sostanze radioattive è avvenuta nel modo seguente: 20% circa in uno strato dell’aria a 1.800 m di altezza; 60% tra 1.200 e 1.300 m.; 20% ad una altezza compresa tra 600 e 1.200 m.
A causa della scarsa rete di osservazione e dell’insufficiente dotazione di strumenti nelle prime ore dopo l’esplosione è mancata ogni informazione sulla situazione della radioattività.
l rilevamenti con elicotteri sono iniziati il 27 aprile e hanno dato la possibilità di sapere che, entro un raggio di 10 Km, la dose da esposizione all’altezza di 200 m da suolo arrivava a 100 MR/h ed il 28 aprile a 500 MR/h.
In tre giorni l’altezza del flusso radioattivo arrivò a 200-400 m.
La concentrazione massima della radioattività al suolo in Bielorussia è stata provocata dalla cospicua esplosione di sostanze radioattive nei primi tre giorni e la loro migrazione con le masse d’aria a nord, nord-ovest ed ovest.
La maggior parte dei vapori e delle polveri (circa il 70% del totale) si sono depositati sul territorio della Bielorussia
Le informazioni sull’inquinamento delle masse d’aria, ricevute dalla stazione di rilevamento del Complesso di Berezinski (al momento unica in Bielorussia) meritavano fiducia.
Prove su campioni d’aria ad un’altezza di 1,5 m da suolo, eseguite tra il 26 aprile ed il 21 maggio, hanno rilevato presenza di lodio-131, Cesio-134, Cesio-137, Rutenio-103, Zirconio-95, Lantan-140, Bario-140 e tantissime particelle calde di alta attività.
L’esplosione radioattiva del blocco di emergenza è un processo lungo e complicato.
In seguito all’esplosione c’è stata espulsione, sotto forma di vapore, dell’acqua usata per lo spegnimento degli incendi.
Successivamente, dopo il 2 maggio, la radioattività ha iniziato a diminuire.
Dal 2 al 5 maggio la zona attiva si è riscaldata fino a 2.000°C, a causa dello sviluppo residuo del calore di combustione della grafite e del peggioramento del raffreddamento per convezione.
L’intasamento del cavedio ha contribuito (quasi 100 volte) alla riduzione delle sostanze radioattive dal 5 al 6 maggio.
Nel novembre 1986, quando fu costruito il “sarcofago”, la radioattività era molto diminuita.
Tuttavia, le complicate condizioni di costruzione non hanno permesso di realizzare una struttura assolutamente ermetica (la superficie totale delle fessure è circa 1.000 mq).
Da tali fessure, dal tubo di ventilazione e dall’apertura tecnologica la polvere ha continuato ad uscire nell’ambiente.
Nel 1988-89 l’attività totale delle emissioni di Cesio-137, Cesio-134, Cesio- 144 e Rutenio-106 fu di circa 4×109 Bq. Sono stati emessi nell’atmosfera anche Tritio attivo, Carbonio radioattivo e Iodio 129 (i loro tempi di dimezzamento sono : 12,3 anni per il Tritio, 5.730 anni per il Carbonio e 15,7 milioni di anni per lo lodio-129); tuttavia la loro quantità nella zona contaminata non è grande: il Tritio 1,4 x 105 Bq, lodio-129 8x101o Bq.
La situazione radioattiva in Bielorussia presenta Cesio-137 e 134, Stronzio-90 e sul territorio più vicino a Cernobyl isotopi di Plutonio. Il Cesio è l’inquinante territorialmente più diffuso. Il 35,44% della superficie totale inquinata da Cesio si trova in Bielorussia.
Le aree interessate da inquinamento con più di 37 KBq/mq sono tutte le provincie della regione di Gomel per il Cesio, 4.230 Kmq per lo Stronzio-90 e 450 kmq per gli isotopi di Plutonio.
Secondo dati aggiornati nel 1992, l’inquinamento radioattivo, pur con composizione e densità disomogenee, ha colpito 57 provincie della Repubblica bielorussa dove si trovano 3.370 centri abitati, tra cui 27 città (ad oggi i confini delle aree contaminate non sono variati).
I dati sperimentali degli ultimi anni testimoniano che la migrazione di Cesio, Stronzio e Plutonio è insignificante e che resteranno localizzati nei primi 20 cm. del suolo, costituendo la principale causa di radioattività nei prodotti agricoli.
Il comportamento di Stronzio-90 e Cesio- 137 ha importanti peculiarità nel sistema suolo/pianta, infatti le piante assorbono queste sostanze in gran quantità, mentre non assorbono Plutonio.
Nel maggio 1986 la radioattività dello strato d’aria vicino al suolo sull’intero territorio bielorusso era di centinaia di volte rispetto al 1985.
La massima concentrazione di radionuclidi nell’aria si è verificata il 27-28 aprile e dalla seconda metà di maggio è iniziata a diminuire.
La veloce riduzione è continuata fino alla fine del 1986 e più lentamente nel 1987.
Negli anni seguenti il processo di autodepurazione dell’atmosfera si è rallentato.
Nel 1987 la concentrazione di Cesio-137 nell’aria è diminuita, in confronto con il1986, di 1 ,2 volte e di 1 ,3 volte nel 1989 rispetto il 1988.
La concentrazione media di Stronzio-90 nell’aria nel 1989 era 12×104 Bq/mc, cioè vicino ai dati del 1988.
Le variazioni nella attività specifica dello strato d’aria vicino al suolo avvengono anche durante l’anno, hanno prevalentemente carattere stagionale e dipendono da una serie di fattori naturali.
L’ attività massima provocata dai lavori agricoli risulta in aprile-maggio e agosto settembre.
Le variazioni brevi, ma considerevoli, nell’inquinamento dell’aria provocano fuochi, specialmente nelle foreste e sui giacimenti di torba.
Secondo quanto osservato nel 1989-1992, la concentrazione di Cesio-137 e Stronzio-90 nell’acqua potabile e nelle acque dei fiumi dei bacini Dneprovsko, Soyski e Pipriatski è meno dei limiti consentiti.
Tuttavia il livello della quantità dei radionuclidi in tutti i fiumi e specchì d’acqua esplorati è più alto di quello prima dell’incidente.