ASSOCIAZIONE LA RONDINE
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LA SITUAZIONE

PREVISIONI DI INQUINAMENTO PER I PROSSIMI ANNI
Purtroppo, non è possibile eliminare tutte le conseguenze dell’incidente di Cernobyl.
Oggi si può solamente parlare di acclimatazione ed adattamento dell’uomo e di tutta la biosfera alle nuove condizioni del “dopo Cernobyl” e delle ricerche dei mezzi più efficaci per ridurre al minimo le conseguenze della catastrofe per le generazioni di oggi e del futuro.
Le indagini della situazione radioattiva permettono di supporre che, in tempi vicini, non ci saranno significativi cambiamenti.
La radiazione gamma dipenderà dal Cesio-137. Con il tempo aumenterà il quantitativo di reazioni di scambio nello Stronzio-90 .
Nella zona contigua alla centrale sarà pericoloso l’Americio-241 (il prodotto della disintegrazione del Plutonio-241 che ha una mobilità geochimica vicino a quella del Cerio-144.
Previsioni del comportamento dei radiosotopi per 5-10 anni testimoniano la lentezza dell’autodepurazione del suolo per conto delle migrazioni verticali.
Il passaggio del radiocesio nelle piante continuerà.
In seguito, i radionuclidi che erano nel suolo e si sono inseriti nel processo di migrazione resteranno nella catena biologica suolo-pianta-animale ancora per molto tempo.
Le migrazioni orizzontali dei radionuclidi, dovute agli spostamenti d’aria e d’acqua, non cambieranno, invece, molto la struttura dell’inquinamento radioattivo del territorio.

LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA IN BIELORUSSIA
La conseguenza più drammatica della tragedia di Cemobyl è il pericolo della riduzione demografica, che diventa sempre più reale.
Nei territori maggiormente inquinati vivono 2.200.000 persone tra cui oltre 700.000 bambini.
Le variazioni demografiche sono più forti nelle regioni di Gomel e Mogilev , che sono state le più colpite dalla catastrofe.
Era, per contro, proprio in queste due regioni che, prima dell’incidente, avveniva il maggior incremento demografico di tutta la Repubblica, per via dell’aumento naturale e della migrazione.
Dopo l’incidente l’attività demografica ha iniziato a ridursi.
Negli anni 1986-90, rispetto ai cinque anni precedenti, si è avuto un calo di 34.100 individui per la migrazione e di 17.400 individui per ragioni naturali.
In campagna si è registrata la più veloce riduzione di popolazione.
Il riflusso della popolazione supera l’afflusso perfino nelle zone considerate pulite (grado di contaminazione inferiore a 1 Cu/Kmq).
L’elevata mobilità della migrazione della popolazione attiva e la caduta della natalità hanno influito negativamente sulla struttura dell’età della popolazione, soprattutto quella di campagna.
In relazione al fatto che la maggior parte della popolazione è costituita da persone anziane, la mortalità sia in città che nei villaggi è aumentata bruscamente. La grande preoccupazione per la salute dei figli e per il loro futuro abbassa notevolmente il livello di natalità.
Il motivo principale per cui le donne rifiutano di far nascere figli è l’insicurezza nella capacità di crescere sani fisicamente, psicologicamente e socialmente.
Sulla risposta alla domanda avere o non avere un altro bambino in famiglia influisce negativamente la cattiva situazione socio-economica, lo abbassamento del tenore di vita e I’insoddisfacente protezione della salute nelle regioni contaminate.
Brusca riduzione delle nascite, mortalità naturale e mortalità dovuta alle conseguenze della catastrofe indicano la teorica estinzione della popolazione bielorussa in pochi decenni.

GLI ASPETTI SOCIALI E PSICOLOGICI
Le numerose ricerche sociologiche, sociali e psicologiche, effettuate dopo la catastrofe, testimoniano che la maggior parte delle persone che vivono sul territorio contaminato hanno uno specifico e stabile stress sociale e radioecologico.
La sua peculiarità è che su un territorio grande un’enorme quantità di gente ha una forte sensazione di ansia, che non diminuisce nel tempo, a causa del rischio per la salute propria e dei propri figli e per il futuro.
Inoltre molte persone soffrono di specifiche turbe psicologiche ad azione lunga e cronica.
Lo stress socio-radiologico ha acquisito lo status di fattore sociale che si manifesta in apatia sociale e disordine di massa, pretese eccessive verso le strutture, le istituzioni mediche e commerciali o, al contrario, in rifiuto dell’attività che può disorganizzare la vita sociale.
I risultati delle diverse ricerche sociologiche e socio-psicologiche permettono di individuare i componenti principali dello stress:

1 effetti della radiattività sulle persone che hanno partecipato direttamente alla liquidazione delle conseguenze dell’esplosione alla centrale di Cemobyl nel primo periodo di questa tragedia, i cosidetti “liquidatori”;
2 la preoccupazione delle “piccole dosi”, le cui conseguenze non sono state ancora studiate e ben chiare;
3 il brusco cambiamento degli stereotipi vitali (trasferimento, cambiamento di lavoro, soppressione del modo abituale di vivere;
4 la necessità di adempiere le misure di sicurezza e sostenere i preventivi controlli medici;
5 la perdita della volontà personale nella scelta del domicilio, del lavoro, del posto dove trascorrere le vacanze ecc.
6 la contrazione della possibilità di autodeterminazione sociale e professionale, soprattutto per i giovani;
7 l’insufficienza delle agevolazioni sociali per le persone che soffrono per le conseguenze della catastrofe;
8 la diffidenza e la insoddisfazione delle attività delle strutture di potere, dirette a liquidare o diminuire il valore delle conseguenze della catastrofe;
9 la dissonanza conoscitiva causata dall’informazione contraddittoria sulla reale situazione della radioattività e la sue possibili conseguenze negative.

LA PECULIARITÀ DELL’INFLUSSO DELLA CATASTROFE DI CERNOBYL
SULLA PSICHE DEI BAMBINI
Il perdurare delle condizioni di stress complicano considerevolmente la situazione sociale e psicologica della formazione dei bambini.
L’effetto negativo più importante è l’ansia quotidiana della madre, che tramite meccanismi psicologici ed emozioni si trasmette ai figli. Su dieci alunni interrogati nelle regioni di Gomel e Mogilev quattro sono sicuri che, in relazione al rischio di ammalarsi, non riusciranno in futuro a trovare un lavoro buono ed interessante. Solo il 6% di loro crede di avere delle possibilità di frequentare corsi universitari; il 25% degli studenti, però, preferisce lavorare sul posto dove già vivono e dove possono sistemarsi più facilmente.
La seria preoccupazione per il futuro genera un abbassamento del profitto degli studenti dei distretti contaminati, rispetto ai distretti ecologicamente più puliti.
Nell’ambiente scolastico si diffonde il nichilismo morale. Nel 1991 il 46% degli alunni interrogati consideravano il benessere materiale molto importante ed in due anni questa percentuale è salita di sette punti. Durante lo stesso periodo il numero dei ragazzi che cercano di vivere secondo coscienza è diminuito dal 31 al 21%.
Tanti bambini pensano che non devono studiare bene, ne cercare un lavoro utile ed interessante perché sono già condannati dal destino.

I DANNI SOCIALI ED ECONOMICI IN BIELORUSSIA E PERDITE ECONOMICHE TOTALI DALLA CATASTROFE – Periodo 1986-2015
I danni economici secondo le valutazioni degli esperti saranno pari a 235 miliardi di dollari.
Nel periodo dal 1986 al1990 sono stati pari a 29 miliardi di dollari, che corrisponde al 17% del reddito nazionale bielorusso nello stesso periodo.
l danni Sono stati calcolati tenendo conto dei seguenti fattori:
– I danni per il peggioramento della salute della popolazione.
– Le perdite delle aziende forestali.
– Le perdite degli impianti di produzione nei settori: industria, costruzioni, trasporti e comunicazioni.
– Le spese per il trasferimento della popolazione dai distretti contaminati.
– Le spese per gli stanziamenti statali “Della difesa sociale dei cittadini vittime della catastrofe alla centrale nucleare di Cernobyl”.
– La perdita delle strutture urbane di abitazione nelle Zone contaminate.
– La perdita del complesso agroindustriale, compresa l’attività agricola ed attività non agricola.
– I danni conseguenti alla contaminazione radioattiva delle risorse minerali, di materie prime e dell’acqua.
– Le spese per la creazione ed il funzionamento del servizio di controllo del livello di contaminazione radioattiva sul territorio.
– Le spese per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Di tutti i settori dell’economia bielorussa, l’attività agricola è stata la più danneggiata; sono stati contaminati 56 distretti con una superficie pari a 1.866.000 ettari, di cui 1.725.000 ettari con un livello di contaminazione da radionuclidi da 1 a 15 Cu/kmq e 141.000 ettari da 15 a 40 Cu/kmq.
In seguito 264.000 ettari dei territori agricoli, di cui 84.000 coltivabili, sono stati chiusi alla circolazione e 54 aziende agricole sono state distrutte, con conseguente grave diminuzione di risorse alimentari.
Uno dei problemi più critici e complicati è ottenere, da terreni contaminati. prodotti con una quantità di radionuclidi tollerabile per la salute umana.
Ad esempio, per diminuire l’assorbimento delle sostanze radioattive dal terreno alle piante, dai foraggi agli animali, sono stati presi provvedimenti organizzativi, agrotecnici, agrochimici, veterinari ed opere di bonifica, con ingenti costi, ma non si è ottenuto l’effetto desiderato.
La Bielorussia per le sue bellezze naturali e per le sconfinate foreste può essere paragonata al Canada; su questa incantevole favola forestale è caduta la cenere radioattiva di Cernobyl: più di due milioni di ettari di foreste sono contaminati dai radionuclidi, pari al 29,3% delle risorse forestali totali della Bielorussia. Se si considerano anche le aree contaminate fino ad 1 Cu/Kmq, questo dato aumenta fino al 40-45%.
Le foreste più contaminate sono situate nelle regioni di Gomel (67,4%) e di Mogilev (49,1%). L’ovvia conseguenza è il ridotto utilizzo delle risorse foresta I i ed una notevole diminuzione dei profitti delle aziende interessate.
La catastrofe alla centrale di Cemobyl ha sovvertito considerevolmente anche il potenziale industriale e produttivo della Repubblica. Nella zona contaminata si trovano 340 aziende industriali che producevano nel 1990 oltre il 17% dei prodotti industriali dello stato.
Qui era concentrata la produzione del 40% dei prodotti dell’industria combustibile, del 73% della metallurgia mineraria, del 35% dell’industria per la lavorazione del legno, della carta e della cellulosa, del 52% dell’industria vetraria e di porcellane, del 21% dell’industria alimentare, del 43% dell’industria medica e microbiologica della Repubblica.
La maggior parte delle aziende industriali (262 su 340) si trovano in zone con densità di contaminazione da 1 a 5 Cu/Kmq: sono i centri industriali di Gomel, Svetlogorsk, Jlobyn, Recitsa ed altri.
Un terzo delle aziende sono di costruzioni meccaniche, un quarto per l’industria alimentare, 1’11% dell’industria forestale (lavorazione del legno, della carta e della cellulosa), il 10% dell’industria dei materiali da costruzione.
Nelle zone con densità di contaminazione 5-15 Cu/Kmq si trovano, invece, 57 aziende industriali di cui 25 sono alimentari.
Nelle zone con densità di contaminazione 15-40 Cu/Kmq ci sono 20 aziende alimentari.

IL COMPLESSO EDILE
Nelle zone contaminate ci sono più di 10 industrie di costruzione e di montaggio e fabbriche di materiale da costruzione e per la lavorazione del legno a Braghin, Byhov, Vetka, Elsk, Korma, Krasnopolle, Narovlia, Slavgorod, Cerikov, Hoiniki.
Nessuna di queste industrie ha sospeso l’attività e, dopo la catastrofe, hanno effettuato lavori per la costruzione dei nuovi centri abitati, per la decontaminazione e l’assetto sociale dei centri abitati nei territori contaminati.

TRASPORTI E COMUNICAZIONE
In questo settore, il danno economico è valutato in 3,4 miliardi di dollari e le perdite più grandi le hanno subite le aziende e gli impianti stradali e ferroviari.
Perdite ingenti hanno pure subito i mezzi di comunicazione: per il solo trasferimento della popolazione dalla zona inabitabile (raggio di 30 Km da Cemobyl) e dai territori con livello di contaminazione di oltre 40 Cu/Kmq sono stati chiusi 55 uffici postali, è stata sospesa l’attività di 3.350 linee telefoniche dei villaggi e quasi 5.700.000 km di linee di radiodiffusione.

Effetti del disastro di Cernobyl in Italia
Cernobyl ha rappresentato il più grave incidente nella storia dell’industria nucleare. Come illustrato meglio nel cap.8, nell’area primariamente interessata dal disastro la popolazione è stata sottoposta a un considerevole aumento, soprattutto nella prima fase dopo l’incidente, dell’esposizione a radiazioni ionizzanti. Ancora adesso, la radioattività di fondo è in loco ben superiore a quella preesistente all’incidente.

Molto diversa è la situazione per la nostra area geografica. Grazie al tipo di circolazione atmosferica verificatosi nei primi giorni dall’incidente, la ricaduta radioattiva nelle nostre aree è stata di ordini di grandezza inferiore a quella sperimentata da gran parte della popolazione primariamente interessata al disastro.

A tanta distanza di tempo dall’incidente, vorremmo valutare più compiutamente il rischio a cui siamo stati sottoposti o desidereremmo stimare qual è attualmente il contributo di Cernobyl alla radioattività ambientale di fondo. Per fortuna, possiamo ritenere che il contributo aggiuntivo dell’incidente di Cernobyl rappresenti per noi, abitanti dei territori compresi tra le Alpi ed il Mediterraneo, una quota che, se valutata alla luce delle fluttuazioni esistenti tra un luogo e l’altro nella radioattività ambientale, sia assolutamente trascurabile.

Volontariamente, nel corso della nostra vita, ci esponiamo per motivi lavorativi, sanitari, ludici o financo di ristoro, a radiazioni ionizzanti che appaiono superiori nel totale a quelle che ci derivano dall’incidente di Cernobyl.

Andare a sciare in alta montagna ha un impatto non irrilevante sulla dose assorbita dai raggi