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L’AIUTO A SASHA

IMG-20160307-WA0000Sasha è stato un “bambino di Chernobyl” orfano e ospitato per anni da una famiglia savonese, che ha provato anche ad adottarlo. Ciò non è stato possibile a causa del blocco delle adozioni conseguente alla nota vicenda successa nel 2006 a Cogoleto. Hanno atteso la maggiore età per procedere con l’affiliazione, ma nell’agosto 2014 Sasha ha avuto un incidente durante un momento di svago con alcuni amici ed è rimasto tetraplegico. Muoveva solo un poco alcune dita di una mano. E’ stato ricoverato presso l’ospedale di Gomel, ma senza adeguata assistenza, terapia o riabilitazione. Sasha ha sofferto, sorretto solo dalla flebile speranza di raggiungere la sua famiglia italiana, pronta ad accoglierlo ed accudirlo amorevolmente. In Bielorussia il suo destino sarebbe stato di finire in un ricovero per malati mentali. Questa famiglia italiana ha fatto tutto il possibile per farlo venire in Italia e ha chiesto aiuto anche a noi, con l’intento di riportare questo sorriso sul volto Sasha.

Dopo molte difficoltà è stato ottenuto il visto di ingresso in Italia per Sasha e finalmente è potuto partire per l’Italia,.
Dove è stato ricoverato ed assistito presso il Centro Spinale dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.

A distanza di due settimane Sasha è riuscito a muovere un poco le braccia e a stare nel letto leggermente rialzato. Dalle indagini del momento non si è poteva valutare quale fosse la gravità effettiva delle lesioni. Il programma successivo ha previsto intense attività fisioterapiche di rieducazione, con previsione di degenza molto lunga, almeno 9 mesi. La speranza è stata di recuperare il massimo possibile delle capacità motorie.

Dopo altre due settimane ha iniziato a scendere dal letto e a stare sulla carrozzina che però riesce a muovere spingendo solo con i polsi. La presa delle mani ancora non c’è.
La speranza era che riuscisse a recuperare l’uso delle braccia, ma con molto lavoro ancora.
Invece si sono evidenziate subito quasi nulle le speranze per il recupero delle gambe e del controllo della vescica.
E’appassionato di calcio, che è convinto di poter tornare a praticare ed è tifoso del Milan. Gli sarebbe piaciuto ricevere la visita di Stephan El Shaarawy.
Dopo altro tempo Sasha ha continuato nel suo difficile percorso, sorretto dalla illusione di potersi rimettere in piedi. Lo hanno sempre affiancato degli psicologi.

Sono trascorsi i lunghi mesi di cure e riabilitazione con soli pochi miglioramenti. Ora risiede nella sua famiglia italiana che lo ha adottato. Prosegue le cure domiciliari e la situazione emergenziale è terminata. Sasha, ormai cittadino italiano, gode dell’assistenza nazionale. Per i suoi spostamenti ha avuto bisogno di un mezzo attrezzato con pedana di sollevamento e noi abbiamo partecipato a questo acquisto utilizzando tutti i fondi residui a lui riservati.

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